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Comportamento all’obiettivo: perdere la faccia
Non troppi anni fa un treno mi portava dall’estremo sud della Svizzera verso il nord, oltre le Alpi, nel Canton Berna. Dal finestrino vedevo i campi coltivati restringersi, le pianure farsi valli, le foreste di conifere sostituire i boschi di latifoglie e le Prealpi mutare in massicci granitici. Anche le mie preoccupazioni si facevano più grandi. Avrei cominciato a breve il servizio militare.
In questo articolo propongo una riflessione sulla violenza e sui ricordi, basata sulla mia esperienza durante la leva e su quella di altri ragazzi che, come me, all’ultimo anno di liceo furono reclutati e incorporati nell’esercito.
Bisogna parlare di eserciti adesso perché la situazione lo richiede con urgenza. Essi sono un’incubatrice della violenza e del senso del possesso, che vengono insegnati attraverso pratiche ripetute giornalmente, rigide, martellanti, subdole. Qui si produce la guerra. Il perimetro di cemento armato e filo spinato che circonda le caserme e le piazze d’armi non divide soltanto quello che appartiene all’esercito da quello che è invece civile, delimita anche due mondi: uno parlabile e uno che va taciuto. Proverò in queste pagine a farvi entrare là dentro, tra piazze d’armi e villaggi d’esercizio, d’inverno, qualche anno fa. Continua a leggere
Pubblicato in General
Contrassegnato guerra, leva, militarismo
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