8 MARZO

Una grande scritta “TRANS” svetta sul corteo dell’8 marzo di Bologna. È evidente che l’attacco violento della lettera scritta da ArciLesbica – e sottoscritta da UDI nazionale – dello scorso 28 febbraio non ha ottenuto gli effetti sperati. Almeno non qui, non a Bologna, dove un corteo ruggente è sceso in piazza a fianco delle sorelle trans e sex workers, alle quali Area Scettica esprime pieno sostegno e solidarietà.

Bologna, 8 Marzo 2025

Nonostante gli innumerevoli tentativi di silenziare il portato conflittuale delle rivendicazioni dell’8 marzo, questa giornata di lotta è riuscita a rompere il falso clima da festicciola anche questa volta, portando alla luce le pesanti contraddizioni che attraversano le piazze transfemministe italiane. Il clima già teso degli ultimi mesi è stato ulteriormente appesantito dalla già citata lettera aperta, scritta da un gruppo di donne che da anni ha reso la “critica al femminismo trans” il suo cavallo di battaglia. Ci riferiamo ad ArciLesbica Nazionale, che lo scorso 28 febbraio ha rinnovato il suo invito a destoricizzare il corpo, riaffermare il binarismo e identificare il dato biologico con il genere, individuando la “donna biologica” come unica degna destinataria delle lotte femministe.

Alla luce del clima grottesco creato dalle TERF (Trans-Exclusionary Radical Feminism) italiane, è necessario oggi più che mai storicizzare la piazza dell’8 marzo, ribadendo con forza che le nuove istanze di lotta – che hanno finalmente conquistato un nuovo e dovuto spazio in seno al movimento – non sovrascrivono le rivendicazioni e i traguardi raggiunti nei decenni passati. Proprio attraverso questa necessaria operazione storica Area Scettica si discosta e si oppone a qualsiasi movimento volto a parcellizzare ed escludere con mezzi violenti tali istanze.

 Dà speranza la piazza dell’8 marzo di Bologna, dove si è respirato un clima di rabbia generale, rivolta tanto verso la violenza patriarcale e machista quanto verso quel femminismo TERF che strizza sempre di più l’occhio alle destre. Prendere posizione pubblicamente e tematizzare gli slogan dell’8 marzo è più che mai fondamentale in mobilitazioni storicamente eterogenee come quelle femministe.

La voce transfemminista non potrà mai essere silenziata.

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