Elezioni studentesche del 14 e 15 maggio

Il 14 e 15 maggio, anche all’università di Bologna, si voterà per il rinnovo delle cariche di ateneo e per il Consiglio nazionale degli studenti universitari.
Per molt3 student3 questa ricorrenza non significa quasi nulla: il ruolo di rappresentante è percepito nella stragrande maggioranza dei casi come un3 “rappresentante di classe”, un3 semplice amic3 che passa le dispense e si prende la briga di chiedere all3 professor3 un appello straordinario per gli esami. È esattamente per questa ragione, ogni anno in cui si svolgono le elezioni in università, l’affluenza è bassissima e a nessun3 student3 interessa quasi nulla di chi l3 rappresenterà negli organi universitari.
Associazioni e sindacati studenteschi compaiono come funghi dopo la pioggia per chiederci il voto o di candidarsi con loro. Un caffè per poi accompagnarci al seggio a votare, più o meno come facevano i notabili liberali nell’Italia di inizio novecento.
Quando si tratta di protestare per il diritto allo studio e contro la guerra e il genocidio, però, i nostri “amici” rossi, arancio o viola, non hanno il coraggio di presentarsi.
Per non parlare dei loro alter-ego in giallo e in nero, legati a potentati e a partiti di governo, esplicitamente sostenitori dello smantellamento dell’università pubblica e delle politiche guerrafondaie.
Di politica però, non parla nessun3.
La rappresentanza studentesca, che potrebbe essere il megafono delle lotte e uno strumento di contestazione in università, viene svuotata del suo significato in favore di un modello di rappresentanza concertativo e da “promoter”. E chi ci rimette sono l3 student3 che pagano sulla loro pelle le logiche di un’università sempre più costosa e asservita alle imprese e al complesso bellico.
Questo non vale solo per il Consiglio nazionale degli studenti universitari. Anche negli organi studenteschi considerati “minori”, come il Consiglio degli studenti e il Consiglio di dipartimento, non abbiamo bisogno di questo tipo di rappresentanza.
Noi vogliamo una rappresentanza che non si esaurisce con la delega, perché i diritti si conquistano attraverso la lotta e non chiedendo cortesemente le briciole ai burocrati del ministero. Vogliamo una rappresentanza combattiva, che contesti questo modello di università in ogni occasione possibile. Una rappresentanza politica a 360° che si preoccupi anche di cosa studiamo e del ruolo sociale dell’istruzione universitaria.
Per fortuna però, ci sono anche gruppi politici che organizzano le lotte al fianco dell3 student3 e dell3 lavorator3 e che hanno deciso di candidarsi per difendere i nostri diritti. Un paio di candidature coraggiose di militant3 e attivist3 che non scompariranno il 16 maggio a risultato ottenuto.
Come Area scettica, volendo essere promotor3 di convergenza, non crediamo che il nostro compito sia quello di esprimere una indicazione di voto. Quello che possiamo dire però, è che ci auguriamo di vedere elett3 l3 rappresentanti che già sono scesi in piazza al nostro fianco, e che un domani continueranno a farlo, e non dell3 giovan3 carrierist3 che scompariranno il giorno dopo le elezioni.

Area Scettica

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